L'evoluzione nel tempo
Come ampiamente specificato, anticamente a San Marco la Catola al posto della Giostra della Jaletta si svolgeva la Giostra del Saraceno; successivamente (almeno due secoli fa) al posto del “saracino” si è pensato di appendere una grossa secchia piena d’acqua recante fissa sul fondo un foro a forma di anello: la jaletta.
Poco o niente conoscendo della passata organizzazione, si sa che agli inizi degli anni settanta, grazie agli amministratori municipali dell’epoca, si pensò di dare una strutturazione organica alla Giostra attraverso l’introduzione delle squadre rionali, visto che prima ogni cavaliere gareggiava per conto proprio, e del sistema di punteggi, dato che in precedenza si partecipava solo per vincere i premi (soprattutto gli alimenti); venne, altresì, introdotta la giuria e l’annunciatore.
Inoltre, se fino a qualche anno fa la gara si svolgeva con dei muli o degli asini, attualmente, la sempre minore diffusione di tali bestie da soma nei paesi subappenninici, ha costretto gli organizzatori all’utilizzo dei cavalli, facendo venir meno una delle caratteristiche peculiari della manifestazione. Però, ciò che ha profondamente snaturato la Giostra della Jaletta è proprio la connotazione di manifestazione di tipo medievalistica (sulla falsariga delle rievocazioni storiche delle città dell’Italia centro-settentrionale) che ha acquistato negli ultimi anni a causa di forzature di tipo storico. Per fare un esempio: la tradizionale sfilata si è trasformata in un corteo storico con tanto di sbandieratori al seguito. Tale idea, col tempo, si è profondamente ed intimamente diffusa anche nella popolazione locale e, attualmente, appare opportuno quantomeno riportare la Giostra della Jaletta alla sua esatta connotazione di manifestazione folcloristica e goliardica della passata civiltà contadina.